sabato 17 settembre 2011

Le 10 Prove del Principe...5^ ed ultima parte


LE 10 PROVE…
5^ ed ultima Parte
( A destra dipinto di DeChirico: "Edipo e la Sfinge")

Dopo l’ottava prova, quella della regata velica, vinta da Victor con un incredibile, innimaginabile espediente, questa era la classifica generale del Torneo:
1° Victor con 76 punti,
2° Karimbad con 71,
3° Won Lin Uan con 62
4° Piropulos con 56
5° Yakowskj con 44
a seguire altri 3 concorrenti, due essendosi ritirati già alle prove precedenti.

La mattina arrivò uggiosa, con il cielo coperto di nuvoloni grigi e minacciosi, l’aria carica di umidità, il vento di Sud Est tendente a rinforzare.
La prima prova della giornata, la nona gara del Torneo, si sarebbe ancora svolta nel salone del castello: era un problema di logica verbale, un “rebus” da risolvere.
A metà mattina gli otto concorrenti rimasti furono allineati in piedi davanti alla giuria, dietro un altro lungo tavolo sul quale era posato, per ciascuno di loro, un foglio di papiro ed uno stilo per scrivervi sopra.
Dall’altro lato del tavolo sedevano 8 incaricati, uno per ogni concorrente, con il compito di raccogliere e registrare immediatamente l’esito della prova, indicando il tempo esatto entro cui era stata data la risposta. Su ogno foglio era già scritto in alto il nome di ciascun concorrente.

Il Presidente della Giuria presentò la prova, ai concorrenti ed al selezionato pubblico presente:
“Nell’antichità dei miti, vuole la leggenda che il Re Edipo si recasse presso la Sfinge Egiziana per avere un responso di grande importanza. Ma la Sfinge gli pose prima un Rebus da risolvere, ed era il seguente: "qual è l’animale che ha 4 gambe da giovane, due da adulto e tre da vecchio ?"
Dopo aver attentamente riflettuto Edipo diede la giusta risposta: è l’Uomo disse, che inizialmente “gattona” usando gambe e braccia, poi impara a camminare sulle sole gambe, ed infine nella vecchiaia va su tre, aituandosi con il bastone.”

Analogamente dovete ora rispondere al quesito che sto per porvi, risolvendone il Rebus: per farlo avete solamente 3 minuti. Non rispondendo entro questo termine il vostro punteggio per la prova sarà “zero”. Vincerà il primo a consegnare la risposta giusta, consistente in una sola parola, e solo quella dovrete scrivere. A seguire la classifica degli altri, man mano che termineranno.

Ora vi leggo la domanda del Rebus, il tempo per la prova partirà da quando, terminato di leggerla, dirò “via”, ma fate la massima attenzione, NON ripeterò due volte la domanda !:

“Di vita culla, indispensabile sostegno e nutrimento, morbidissima, accogliente, durissima, inospitale, fortissima, irruenta, calda, freddissima, impalpabile, invisibile, facile veicolo, travolgente pericolo mortale, tutto avvolge e condiziona: di base due con uno, grandissimamente ci appartiene, totalmente le apparteniamo.”

“Via!”
(l’autore del racconto invita ora il lettore a tentare se vuole la risposta, prima di continuare a leggere.)

Terminata che fù la breve lettura del quesito Victor l’aveva già perfettamente memorizzato, uso a farlo grazie alle tecniche mentali apprese dal suo tutore e Maestro. Poi già nei primi secondi lo stava ripetendo nella sua mente, analizzandone attentamente ogni parola…. Alla fine dei primi 30 secondi aveva già fatto una verifica incrociata dei possibili, apparentemente contrastanti significati: la sua allenatissima mente ne aveva, in quel brevissimo lasso di tempo, elaborato una grande
quantità di possibili interpretazioni…: può la stessa cosa essere così estremamente diversa e cangiante ?
Se si in funzione di quali variabili ? Il tempo ? Lo spazio ? Le condizioni ambientali ?
Le circostanze “fisiche”? …il caldo,…il freddo,…l’aria…il vento…
L’acqua ! Si, l’ ”acqua”…, solo quella può essere!
“Culla di vita”, sì lì è iniziata, nell’acquoso “brodo primordiale” !
“Indispensabile sostegno e nutrimento”, sì, l’acqua è alla base, senza non c’è vita !
“Morbidissima e accogliente”: in quale sostanza ci si può perfino tuffare, cadendo anche da altezza elevata, essendo morbidamente accolti senza danno ?
“Durissima,inospitale, freddissima”…il ghiaccio! Cioè la versione solida dell’acqua!
“Calda”, come quella delle terme…, o comunque riscaldata per il bagno…
“Impalpabile, invisibile”: l’acqua è trasparente, invisibile e nella sua condizione di vapore altresì impalpabile !
“Facile veicolo”: basta pensare alle navi, alle larghe chiatte che trasportano merci e viaggiatori su fiumi, laghi, mari ed oceani !
“Travolgente pericolo mortale”: le rapide, il mare in tempesta, i naufragi !
“Tutto avvolge e condiziona”: tre quarti della superfice terrestre è coperta dall’ acqua! Che circonda le terre, i continenti, separandoli nettamente tra di loro, condizionandone da sempre l’uniformità delle culture.
“Di base due con uno” ?…La sua mollecola, formata da due parti di Idrogeno ed una di Ossigeno !
“Grandissimamente ci appartiene e totalmente le apparteniamo”: in effetti il nostro corpo e formato per oltre l’80% d’acqua !

Tutto ciò ed altro ancora trascorse in un attimo nella mente di Victor, impegnandolo non oltre 30 secondi, al termine dei quali aveva già stilato la parola “acqua” sul suo papiro e l’aveva consegnato, di nuovo primo fra i concorrenti, all’incaricato di competenza.
Solo al termine del primo minuto Karimbad terminò la sua prova.
Yakowskj fù il terzo, ma ad oltre dueminuti, subito seguito daWon Lin Uan, quarto.
Piropulos riuscì quinto, in estremis, allo scadere del terzo ed ultimo minuto.

Infine, assai rapidamente, avvenne lo spoglio dei papiri, che confermarono l’esattezza della risposta per tutti i concorrenti che avevano terminato la prova nel tempo consentito.
Victor aveva ancora incrementato il suo vantaggio in classifica su Karimbad, 86 punti contro 80 dell’Indiano.
Terzo era ancora Won Lin Uan con 69 punti, seguito da Piropulos 62.
Quinto Yakowskj con 52 punti.

Grande il tripudio dei presenti per il vincitore ! Cui partecipava palesemente anche la principessa Monia, la cui mano era l’eventuale premio del Torneo.
Eventuale perché la cosa non era automatica, essendo l’eventuale matrimonio subordinato al consenso dei possibili sposi. In realtà il premio consisteva nella facoltà del vincitore, data praticamenmte per scontata, di chiedere la mano della Principessa, la quale avrebbe potuto anche rifiutarsi…
Ma nel caso di Victor, ormai probabile vincitore, il consenso della figlia del Re sembrava certo, almeno dal tifo che ella palesemente dimostrava per quel giovane.

Si arrivò poi dunque all’ultima delle dieci gare: un “Triathlon", gara da grandi atleti, che consisteva in tre prove consecutive: la corsa a piedi, la corsa a cavallo ed il nuoto. La lunghezza e difficoltà di ognuna si sommava alle altre, formando nel complesso una gara assai lunga ed estremamente impegnativa.
Partendo dal Castello Reale bisognava correre a piedi per circa 10 miglia, poi a cavallo per altre 20, ed infine nuotare per 5, attraverso il Golfo che già era stato il campo della regata, con arrivo sulla spiaggia, davanti al Castello.
Una prova che un buon atleta, ben dotato ed allenato, non avrebbe potuto concludere in meno di circa 4 o 5 ore, avendo anche un ottimo cavallo a disposizione !
La prova sarebbe iniziata nel primissimo pomeriggio.
Victor era buon podista ed ottimo nuotatore; era anche eccelente cavallerizzo, ma assai poco allenato all’equitazione: da quando era arrivato nel Paese di Continental, dopo la fuga dall’Isola di Silend, aveva avuto solo poche occasioni di cavalcare, giusto nella prospettiva che il Torneo prevedesse anche prove a cavallo, come accortamente aveva previsto il Mago Architagora.
Ciò non avrebbe dovuto costituire comunque un problema per lui, che in ogni caso aveva ormai un vantaggio tale nella classifica da porlo al riparo da eventuali defaillançe: 6 sul secondo erano un gran bel vantaggio !
(a destra:"la corsa di Filippide")

Subito dopo il mezzogiorno iniziò

la gara con la prova della corsa a piedi.
Correre dieci miglia non era uno scherzo! Per fortuna il cielo era ancora completamente coperto di nubi e la temperatura dell’aria era sopportabile.
I concorrenti allineati davanti al Castello partirono al via per la lunghissima competisione, che sarebbe infine durata svariate ore.
Il percorso si snodava sulla collina intorno al golfo del Castello, allargandosi su entrambe le sponde: saliva inizialmente verso il più ripido versante ad Ovest e girava poi sull’alta collina panoramica, sino all’opposta estremita ad Est della baia, per ridiscendere infine di nuovo fino al Castello, dove era previsto l’arrivo e l’immediata successiva partenza per la frazione a cavallo.
Seguiva larghi sentieri erbosi, abbastanza morbidi all’impatto delle falcate, solo a tratti alternandosi la roccia ed i sassi.
Il Greco Piropulos fù subito in testa alla corsa, forse animosamente caricato dalla responsabilità morale di essere un lontano discendente di Filippide, l’antico greco messaggero della vittoria di Maratona, che innaugurò nell’antichità quella lunghissima gara podistica.
Karimbad, Wan Lin Uan e Victor lo tallonavano in gruppo, insieme a Yakosky, atleta assai prestante ma di corporatura pesante, svantaggiato in una gara di corsa Lunga. Si trovò infatti ad arrancare sulla salita, già trovandosi leggermente distanziato ed ansimante quando si raggiunse la vetta panoramica sul golfo.
Il gruppo di testa procedeva compatto, appena allungato nello spazio di una ventina di metri. Victor stava studiando i suoi avversari e cercando di capirne la reale resistenza. In ogni caso con il suo Mago allenatore avevano deciso che per almeno metà della gara sarebbe stato “a rimorchio”, non perdendo comunque mai il contatto con la testa dei concorrenti.
La corsa continuava sulla collina, cornice del golfo del Castello, in un sali e scendi affatto drammatico, comunque tale da mettere alla prova la resistenza, la volontà e capacità di sopportare la fatica.
A metà gara Piropulos, sempre in testa, si vide improvvisamente superare da un allungo provocatorio di Wan Lin Uan e reagì in modo sbagliato, subito emotivamente scattando al suo inseguimento..
Ciò mentre gli altri, Karimbad, Victor e Yakowskj, che nel frattempo si era progressivamente riportato sul gruppo, si limitarono ad aumentare leggermente il ritmo, intuendo la probabile strategia del Cinese, rivolta a provocare stress nei suoi antagonisti.
Dopo infatti poche centinaia di metri il ritmo di Wan Lin Uan tornò a ridimensionarsi e Piropulos fù di nuovo in testa, ma avendo pagato quell’esploit con un accumulo sproporzionato di tossine e stress mentale.
A tre quarti gara partì l’allungo di Karimbad, progressivo e disteso, sulla distanza. Fù più che altro un cambiamento di ritmo che inizialmente non mise in crisi nessuno…Ma dopo alcuni minuti si cominciò a vedere la verità, di chi ce ne aveva ancora da spendere e chi meno…Piropulos e Yakoswkj iniziarono a cedere, rimanendo indietro,
e alla prima salita collinare, l’utlima del percorso, posta all’estremita Est del Golfo, rimasero inesorabilmente distanziati:
in vetta alla collina il loro distacco era già di oltre cento metri.
Tentarono poi un recupero sulla leggera discesa finale, gli ultimi due chilometri che terminavano in falso piano verso l’arrivo, davanti al castello, ma i concorrenti di testa si erano a quel punto già scatenati !
Wan Lin Uan era nuovamente scattato in avanti, seguito da Karimbad e Victor, che però si prodigarono in una rincorsa meno drastica, più graduale. Questa volta il Cinese tenne di più, ma ad un chilometro dal traguardo i tre di testa erano di nuovo tutti e tre insieme.
A 500 metri dalla fine Karimbad aumentò ancora il ritmo, con Victor sempre incollato alle sue spalle, mentre il Cinese perdeva terreno.
Victor ebbe la tentazione di passare in testa e vincere la frazione, ma udiva ancora la voce del Mago: “Ricorda che la gara non termina ad ogni frazione, finisce con l’ultima, quella del nuoto !”.
Si limitò quindi a non perdere contatto con l’Indiano, seguendolo immediatamente sul traguardo, dove subito saltarono a cavallo, ciascuno su quello che la sorte gli aveva destinato per estrazione.
Il Cinese giunse dopo una ventina di secondi, poi arrivò il Greco, a circa un minuto, Yakoswkj a tre minuti, settimo nella frazione, superato anche da altri due dei tre concorrenti ancora in gara.

Il destriero toccato in sorte a Victor sembrava un buon cavallo, come del resto ogni altro disponibile per la gara, tutti selezionati per le loro ottime doti di corridori nel “cross”, in grado di affrontare egreggiamente ogni fondo, ogni terreno ed ogni ostacolo, oltre ad avere un’ottima resistenza, snodandosi la gara per ben venti miglia !
Gara che aveva un’importanza determinante, “Eccessiva, per il peso della sorte, che ne distribuiva l’attore principale, il cavallo, a caso tra i concorrenti !” aveva subito commentato Arcitagora...
Del resto anche la “dea bendata”, doveva avere il suo ruolo…

Victor conosceva bene la grande importanza che implica nel cavalcare il rapporto che viene a stabilirsi tra cavallo e cavaliere !
Feeling determinante per una buona riuscita della corsa , soprattutto quando deve durare così a lungo.
Cercò quindi subito di capire le caratteristiche della bestia che gli era toccata, trattandolo con molta cautela, tuttavia deciso a fargli subito intendere il peso del suo “comando”. Sembrava un buon cavallo, forse un po’ nervoso, magari ipersensibile, a giudicare dai lievi scarti improvvisi che avevano caratterizzato la sua andatura alla partenza, subito ripresi ed apparentemente dominati dalla mano di Victor.
In ogni caso cavallo e cavaliere procedettero spediti, seguendo a neppure 50 metri Karimbad, che aveva subito palesato grande disinvoltura ed esperienza nel cavalcare.

Il percorso della gara di equitazione seguiva un anello grosso modo analogo a quello della corsa a piedi, da percorrere due volte, con varianti che prevedevano l’attraversamento di grandi prati, il salto di ostacoli di vario tipo ed il guado di un torrente.
Salendo verso la collina Victor si trovo a superare diversi piccoli ostacoli, balze di modesta altezza, basse siepi, un breve fossato che superò facilmente, senza perdere slancio, sempre tenendo la distanza da Karimbad.
Giunto in vetta si voltò a controllare gli altri concorrenti e constatò che su di essi aveva pressochè mantenuto il vantaggio già acquisito al termine della frazione di corsa podistica.
Si impegnò allora con attenzione nel nuovo tratto, che correva sulla parte alta della collina, talora allungandosi sugli ampi prati declinanti, in un dolce ondeggiare di lievi saliscendi, che invitavano a spronare il cavallo ad un galoppo sfrenato.
Come per altro faceva l’Indiano in testa alla corsa, appena più avanti.

Il cielo era sempre più carico di nubi tempestose e già era parso a Victor di udire un lonatissimo rombo di tuono. Ma se non fosse piovuto il clima sarebbe stato ideale per sostenere meglio il lungo sforzo della gara, se pure il vento tendeva a rinforzare, causando spinte antagoniste e sbilanciamenti.
Il terzo lungo pratone era attraversato da un’alta siepe, il cui salto si palesava impegnativo. Entrambi i cavalieri spronarono il cavallo alla migliore rincorsa, cercendo di guidarne al meglio il naturale movimento, assecondandolo con tutto il peso del loro corpo e la spinta dei loro muscoli.
Entrambi apparivano come centauri, cavalli con busto umano, nell’armonia del movimento, ben sincronizzato tra cavallo cavaliere !
Karimbad volò con il suo destriero, deciso oltre l’alta verzura, senza quasi toccarla.
Immediatamente dopo arrivò Victor, il cui cavallo all’improvviso s’impennò, rifiutando l’ostacolo e finendovi violentemente contro !
Victor resistette con tutte le sue forze per non volar via, attraverso la siepe e rimase appeso al collo dell’ombroso equino !
Era chiaro che il sorteggio lo aveva sfavorito attribuendogli quella bestia ! Ma cambiarla ora non poteva.
Sangue freddo e tenacia, dunque: si risistemò in sella meglio e più presto che potè, ritornò indietro sul prato abbastanza per avere la giusta rincorsa e riparti verso l’ostacolo, nel frattempo ormai raggiunto e superato da Wan Lin Uan ed appaiato da Piropulos.
Incitò il cavallo, questa volta con rabbia palese, stringendogli forte i fianchi e minacciandolo con voce decisa. Giunto in velocità sotto la siepe gli piantò nei fianchi gli speroni, riuscendo a superarla con un balzo incredibile.
Poi cercò di rimontare la testa della gara, ma senza esagerare, perché sapeva bene di essere ancora all’inizio di quella competizione e di non dover sciupare le forze del suo strambo animale.
Affrontò con la stessa tecnica e drastica guida intransigente anche gli ostacoli successivi, finche riuscì a riportarsi sul Cinese, risalendo poi ancora al secondo posto. Ma Karimbad nel frattempo era ormai avanti di almeno 500 metri, praticamente imprendibile.
Pazienza, male che fosse andata la successiva frazione a nuoto gli avrebbe rosicchiato un punto e Victor ne aveva ben sei di vantaggio !

Mantenendo l’ordine di marcia inalterato i concorrenti giunsero alla tornata Est della Collina, all’estremita orientale del golfo, cioè poco oltre un quarto del percorso di gara. Ma mentre scendevano verso la piana del Castello iniziò a piovere ed a tuonare con violenza.
Al passaggio davanti al Castello, il pubblico più nobile aveva riparato all’interno e guardava trascorrere i concorrenti attraverso porte e finestre, mentre il temporale si era ormai scatenato sulla zona, in un turbinio di lampi e scrosci d’acqua torrentizi.
Mentre risalivano di nuovo la collina ad Ovest, iniziando così il secondo giro, Victor percepì allarmato il cresciuto nervosismo del suo destriero, ora esasperato dalla situazione incombente e cominciò a temere di riuscire a controllarlo.
Superata l’alta tornata Ovest della collina sul golfo, tornando a scendere, si palesò anche il pericolo del terreno, nei tratti diserbati reso ormai scivoloso per il fango che si era formato.

Affrontando di nuovo la siepe che già il suo cavallo aveva già rifiutata al primo passaggio, Victor sudò freddo, mentre si concentrava al meglio per trasferirgli la più totale ed ineluttabile volontà del salto…La bestia in avvicinamento, visto l’ostacolo diede cenno di scartare, ma subito Victor lo riprese, inesorabile, quasi violento…
Questa volta il salto non fù gran che, il cavallo aveva affondato nella siepe per almeno mezzo metro, ma infine l’aveva se pur frenato superata…, e così fù anche per gli ostacoli successivi.
Ma oltre l’ultima tornata, ad Est del Golfo, sulla discesa c’era il muro di pietre, ostacolo assai più duro, rigido e pericoloso.
Al primo giro Victor si era impegnato al massimo nel condurlo ed il cavallo era agevolmente andato oltre, superando netto l’ostacolo, forse appena strisciandolo con uno zoccolo dei posteriori.
Ma ora la cosa si presentava ben più impegnativa: il terreno divenuto pesante e fangoso, la stanchezza pressochè raddoppiata dell’animale, la pioggia sferzante per il vento a rovesci ed i tuoni paurosi, al rimbombo di ognuno dei quali la bestia sembrava fremere con tutto il corpo, quasi impazzito.

Scendendo verso quel muro Victor vide Karimbad, a neppure cento metri da lui, che si apprestava a saltarlo: il suo grande vantaggio era andato perso perchè anche il suo cavallo aveva sicuramente già almeno una volta rifiutato l’ostacolo.
L’Indiano ripartì deciso e gagliardo, con grande determinazione, e riuscì a superare quell’ultima barriera con notevole abilità, proprio mentre Victor sopragiungeva per saltarlo anche lui.
Victor fù meno fortunato: il suo cavallo di nuovo rifiutò il salto e lui finì ancora appeso al suo collo, ma questa volta sbattendo contro il muro di pietra anziche infilarsi nelle fronde della siepe, come all’inizio della gara gli era accaduto.

Ma a parte qualche escoriazione non subì danni di rilievo.
Riprese dunque la posizione in arcione, redini in mano riportò il riluttante ronzino a distanza adeguata per una nuova rincorsa.
Nel frattempo era giunto Won Lin Uan, che in qualche modo era riuscito a saltare, ed altrettanto aveva fatto Yakoswkj, grande cavalerizzo, famoso come tale, che nel frattempo aveva recuperato terreno e superato Piropulos.
(a destra: incidente al Gran Premio)

Victor realizzò ora che si trovava retrocesso al quarto posto della gara, assotigliando così a soli 3 punti il suo margine di vantaggio nella classifica generale.
In quel mentre arrivò Piropulos, che tuttavia fallì anche lui il salto.
Victor ripartì allora con la forza della disperazione, incitando in ogni modo il cavallo: giunto in velocità nei pressi dell’ostacolo gli piantò
nei fianchi gli speroni e quello, nitrendo…comunque saltò, ma nel superare il muro vi piantò entrambi i posteriori per poi ruzzolare a terra con un disperato nitrito.
Victor leteralmente volò, ma per fortuna staccandosi dall’animale prima dell’impatto, e riuscì a cadere quasi seduto, scivolando sull’erba bagnata.

Quella pericolosa caduta era fortunatamente stata smorzata dalla morbidezza del terreno inzuppato e dall’abbrivio scivoloso sull’erba, così che anche questa volta Victor ne era uscito indenne.
Ma per il suo sfortunato e sfortunoso cavallo non c’era più nulla da fare, si agitava al suolo, evidentemente con una zampa spezzata.

(a destra, P.Picasso: Guernica, particolare.)

Victor fù subito in piedi e non perse tempo a disperarsi: il traguardo ormai distava circa mezzo miglio e lui soltanto una cosa poteva fare, raggiungerlo correndo a piedi !
E così fece. Era adesso precipitato al settimo posto, ma solo perché l’ottavo concorrente, l’ultimo ancora in gara, si era ritirato per un analogo incidente.
Victor sapeva ora di non essere più a capo della classifica: Karimbad lo superava di un punto !
Ma c’era ancora la prova del nuoto, quella in cui Victor era forse il più forte !
Confortato da quest’ultima speranza, Victor corse veloce nella tempesta, lui a piedi nella frazione prevista a cavallo…Non lo avrebbero squalificato per questo !?
Giunse al termine della frazione…ed all’inizio della successiva, con due minuti di ritardo sul concorrente che lo precedeva e circa 10 minuti di distacco dal primo in testa, Karimbad.
Impossibile raggiungerlo ! Ma a lui sarebbe bastato risalire un paio di posizioni, arrivare cioè almeno quinto nella prova del nuoto, per poter vincere il torneo.
Il problema era riuscirvi !

Il pubblico previlegiato che scrutava la competizione dalle porte e finestre aperte del Castello vide in lontananza, con grande stupore e curiosità questo strano concorrente, cavaliere senza cavallo, che arrivava correndo a piedi, si strappava velocemente gli abiti di dosso e si tuffava deciso nei flutti dirompenti, nuotando all’inseguimento di coloro che già si erano avviati all’ultima frazione dell’ultima gara del torneo !

Solo il Mago Architagora aveva già capito che quello era Victor, aiutato dal repentino abbaiare del cane Nupo, i cui acutissimi sensi gli avevano fatto riconoscere in quel bipede il suo amico padrone, quasi prima ancora che apparisse, ultimo, podista e solitario.
Era evidente che qualcosa di grave era accaduto a Victor con il suo strano cavallo, che tale il Mago già l’aveva classificato, avendone valutato i comportamenti in occasione del primo passaggio.
(a destra: partenza per l'attraversata)

Victor nuotava nelle onde dirompenti della baia, sollevate dal gran vento del temporale, e sotto gli scrosci della pioggia battente, all’inseguimento degli altri concorrenti, cercando di non perdere di vista in quei tumultuosi frangenti il riferimento della punta Est del Golfo, dov'era la boa intorno alla quale era previsto i concorrenti dovessero nuotare prima di ritornare verso il traguardo, la stessa boa che era servita come segnale per l’ultima virata della regata velica.
Victor era un gran nuotatore, allenato sulle lunghe distanze e con ogni tipo di mare. Il suo mago gli aveva insegnato uno stile di nuoto allora unico, strano ed atipico per quei tempi, imparato diceva dagli indigeni nei lontani mari a sud delle Indie e del Giappone, che consisteva nell’avanzare tenendo sempre la testa immersa nell’acqua, girandola solo a bracciate alterne di lato, quel tanto che permettesse alla bocca di poter respirare, le braccia alternativamente tese in avanti, per affondarle nell’acqua, ghermirla e poi trascinarla via, all’indietro, in vigorose spinte. Ciò mentre le gambe agitavano ritmicamente i piedi, che battevano quasi disarticolati, come pinne libere innestate sui malleoli delle caviglie, favorendo sia il galleggiamento che
l’avanzamento.
Quel tipo di nuotata consentiva una miglior economia dei movimenti, cioè il massimo di galleggiamento ed avanzamento con lo sforzo minore, soprattutto in condizioni di acque calme. Ma in quel ribollire di onde il nuotatore era comunque costretto a scomporsi ogni tanto, alzando il capo per verificare l’allineamento della sua direzione.
Victor infatti ogni dieci bracciate circa, approfittando del momento in cui si trovava sulla cresta di un onda, in posizione di migliore visibilità, alzava la testa per verificare la corretta direzione
A metà del percorso di andata raggiunse e superò uno dei suoi antagonisti, quello più arretrato nella gara in corso. In mezzo a flutti agitati, con le onde che gli schiaffeggiavano gli occhi in continuazione e l’acqua salata che cominciava a dargli fastidio non riconobbe chi fosse, ma ciò non aveva importanza: superandolo Victor
recuperava un punto che gli permetteva di tornare in lizza per la vittoria finale, più esattamente alla pari con Karimbad.
Ciò che ovviamente non bastava: per evitare uno spareggio con Karim doveva recuperare almeno un altro punto, cioè superare ancora un altro concorrente.
Victor si sentiva fiducioso di riuscirvi, ma evitò di forzare ulteriormente il ritmo, lo avrebbe fatto nella tornata finale della gara: continuò così la sua nuotata inesorabile, stilisticamente perfetta, penetrante nelle onde, le cui creste talora infilzava tagliandole, quando non doveva cavalcarle per verificare la giusta direzione.
Alzandosi in prossimità della boa vide anche un’altra testa ondeggiare nella spuma dei flutti, ad una ventina di metri e non seppe resistere all’impulso di raggiungere e superare quell’altro concorrente, prima ancora di doppiare la boa.
Ma ciò non gli costò particolarmente: aveva ancora energie da spendere, per non parlare di tutta l’adrenalina accumulata durante la frazione d’equitazione a causa del suo bizzarro e sfortunato destriero, che nel frattempo era forse già stato abbattuto a causa delle sue zampe fratturate.
Victor ora sapeva di essere di nuovo saldamente in testa alla classifica, con due punti di vantaggio su Karimbad ! Ciò tuttavia non gli bastava: tutto poteva ancora accadere e lui aveva ancora la forza per migliorare ulteriormente. Insistette allora all’inseguimento degli altri cinque concorrenti che ancora lo sopravvanzavano. Li aveva intravisti e contati più meno tutti, avvicinandosi al boa da loro già doppiata, mentre tornavano ormai verso il traguardo. Aveva anche avuto l’accortezza di contare le bracciate che lo distanziavano da loro, in relazione alla virata della boa, giunto alla quale contò seicentoventi bracciate (310 per due), da Karimbad, in testa alla gara ! Impossibile raggiungerlo, a meno che non fosse nel frattempo…annegato. Ne contò invece solo centosessanta (80 per due) dall’altro concorrente a lui più vicino, non riconobbe chi fosse, il quarto nella classifica provvisoria della frazione di nuoto.

Victor aumentò allora il ritmo delle bracciate, allungandone anche la trazione nell’acqua, favorito dal moto ondoso ora favorevole perché spingeva dal lasco i concorrenti verso la riva, cioè verso il traguardo.
(a destra: Johann Weissmuller, alias Tarzan, vincitore di 5 ori olimpici ed oltre 60 record mondiali)

Il suo tipo di nuotata, in quelle condizioni aumentava il suo vantaggio e presto fù a ridosso di chi lo precedeva, che riconobbe essere il polacco Yakowskj, gran cavalerizzo, ottimo nuotatore, ma non all’altezza di Victor e neppure degli altri in testa alla competizione in corso.
Il tenace polacco tentò comunque di resistergli e di rimanere al suo passo, tranne poi dover desistere, sfiancato, dopo una decina di minuti: con il suo tipo di nuotata, con la testa completamente fuori dall’acqua, per procedere al suo ritmo il polacco aveva dovuto impiegare il doppio delle sue forze!
Victor ora era risalito al quarto posto ed aveva tre punti di vantaggio sul secondo nella classifica finale del torneo, ma non ancora appagato, sentiva ancora dentro di se la rabbia per lo smacco sfortunato che aveva dovuto patire nella gara di equitazione, terminata correndo…a pedi !
Insistette dunque nel suo crescente, ormai parossistico ritmo di nuotata, finchè a circa quattrocento metri dal traguardo raggiunse ed appaiò ancora un altro concorrente: era Piropulos, validissimo nuotatore, estremamente sorpreso nel vedersi raggiungere.
A quel punto s’innescò una formidabile testa a testa tra i due, per il terzo posto: il Greco, estremamente tenace e volitivo tenne a lungo testa a Victor, nonostante la stile della sua nuotata decisamente inferiore, ma tuttavia efficace per procedere di forza, alla massima velocità, supportato dalle onde favorevoli.
Alla fine, a soli 50 metri dall’arrivo, quando Victor sferrò l’attacco finale, in un vorticoso allungarsi di potentissime bracciate, validamente supportate dalla massima frequenza di battuta dei piedi, pressochè pinne natatorie naturali e per il Greco non ci fù più storia: Victor raggiunse la riva cinque metri davanti a lui, ed ebbe modo di constatare che Wan Lin Uan, il Cinese, era appena arrivato, precedendolo al secondo posto per soli pochissimi istanti.
Karimbad, primo nella prova, stava ancora pesantemente ansimando, frastornato ed affranto nel veder emergere dai flutti Victor, che con il terzo posto nella frazione si conclamava vincitore del torneo !

Incurante della pioggia ancora battente gran parte del pubblico riversò sul lido del golfo per testimoniare l’esito finale dell’ultima gara, che era anche quello del Torneo ! Nel frattempo si era capito chi fosse il “bipede” che era giunto ultimo dopo la frazione a cavallo, repentinamente tuffatosi a nuotare nella baia all’inseguimento degli altri. E si era anche appreso dell’incidente occorso al suo cavallo.
Che tuttavia non era stato abbattuto grazie al pietoso intervento del Mago Architagora, che si era proposto di acquistarlo, curarlo ed accudirlo ( ma il Mago aveva anche un altro fine: verificare se, come sospettava, quel cavallo fosse stato drogato…, appositamente per sfavorire il suo allievo !).

Verificato l’ordine d’arrivo il gran stuolo dei presenti subito iniziò ad inneggiare alla vittoria di Victor, che aveva prodigiosamente recuperato nella frazione a nuoto, classificandosi così al primo posto nella classifica finale:
1° Victor con 94 punti !
2° Karimbad con 90
3° Wan Lin Uan con 78
4° Piropulos con 69
5° Yakoswkj con 58

Ma prima che questo risultato fosse ufficialmente proclamato dalla Giuria accadde l’incredibile: un ricorso delle delegazione Indiana che accompagnava il principe Karimbad, per l’irregolare conclusione della gara di equitazione, che aveva visto Victor giungere correndo a piedi anziché a cavallo…!
La commissione dei giudici fù dunque riunita per esaminare la leggitimità del ricorso, che lasciava in sospeso l’esito del Torneo.

Mentre i Giudici lungamente filosofeggiavano sugli improbabili argomenti del ricorso il Mago Architagora si era già recato a visitare il cavallo, le cui pupille abnormemente dilatate e l’abbondante bava verdastra indicavano inequivocabilmente il drogaggio, palesemente effettuato per favorire il Principe Indiano: “cui prodest” ?
Curò comunque la povera bestia, aiutato dagli stallieri già presenti (intervenuti per abbatterlo e non per curarlo), che faticosamente trattenevano l’animale al suolo mentre il Mago ne ricomponeva la frattura della zampa posteriore, immobilizzandola poi con stecche e fasciature imbevute del succo di erbe curative, trovate sul posto dal Mago, che le aveva anche macerate lungamente masticandole !

Quando Architagora ritornò al Castello la Giuria stava ancora discutendo, impegnata dalle speciose e fantasiose argomentazioni degli “avvocati” di Karimbad…
Il Mago allora, in qualità di tutore di Victor, ma anche grazie al carisma ormai acquistato in quell’ambiente, chiese di parlare urgentemente con il Presidente della Giuria, che subito gli accordò udienza, sospendendo la discussione in corso.
Architagora chiese allora al Presidente di convocare anche, in ambito appartato, i rappresentanti della delegazione Indiana.
Che immediatamente mise di fronte alle loro responsabilità: il cavallo di Victor era stato palesemente drogato e ciò poteva essere stato fatto solo per favorire Karimbad ! Se volevano un’inchiesta ed il relativo scandalo insistessero pure nel loro assurdo ricorso, Architagora si disse certo di poter esattamente identificare l’autore materiale di quell’infame azione e di giungere poi ad una conclusione che avrebbe visto ignomignosamente squalificare il Principe Indiano !

Il tono, gli argomenti ed il carisma che emanavano dalla sua persona
e la temibile fama già acquisita a Continental dal Mago, fecero dunque desistere gli Indiani da ulteriori, speciose rimostranze. Rientrati in Commissione Giudicante il Presidente informò che, in seguito ad ulteriori informazioni riservate, nel frattempo acquisite, i ricorrenti ritiravano il loro reclamo e veniva dunque ratificata la vittoria del torneo nel nome di Victor, il cui ulteriore merito era stato quello di riuscire a sopperire al grave incidente occorsogli nella prova di equitazione terminandola correndo a piedi, cioè in condizione di palese svantaggio !

Fù poi una grande festa, con tripudio di lodi ed apprezzamenti per il vincitore, che ripulito, rinfrescato ed anche brevemente riposato, ebbe il dovuto onore e piacere di danzare a lungo con la Principessa Monia, con lei familiarizzando nel grande salone del Castello.

E così, su questa classica ed edificante immagine, potrebbe concludersi anche questa fiaba, con la cronaca delle sontuose nozze tra Pirncipe e Principessa: “e…vissero per sempre felici e contenti !”

Ma il classico finale venne drammaticamente impedito da quanto accade poi già quella notte.

Dopo la solenne conclamazione del vincitore del Torneo, premiato in quanto tale da Sua Maestà il Re, padre di Monia, la cui mano fù contestualmente richiesta, come previsto, da Victor il vincitore, la festa infine si concluse e ciascuno se ne andò al riposo, soprattutto coloro che più lo necessitavano, tra cui Victor, affaticato eroe, protagonista di una prodigiosa giornata di gare !

Ma la mattina successiva, sul tardi, fù diramata la tragica notizia: la Principessa Monia era stata rapita !

Sicuramente per mano del Principe Karimbad, le cui navi all’alba non erano più presenti in rada, certamente salpate verso i mari d’oriente !
Subito fù organizzato un inseguimento con le navi più veloci ed armate del Paese di Continental, ma ora che riuscirono a salpare i rapitori godevano ormai del vantaggio di un’intera giornata di navigazione, avendo oltretutto il mare, le correnti ed il vento a favore, poi altrimenti nel frattempo mutati, a svantaggio degli inseguitori !
(a lato, Giambolgna: il ratto delle Sabine)

Victor ebbe l’impulso di unirsi senzaltro a quella spedizione, ma il Mago Architagora lo tratenne: “Aspetta figliolo, noi volendo abbiamo altri mezzi più rapidi e diverse, più efficaci opportunità d’inseguimento…!.

Così termina questa storia, cui altra seguirà, per raccontare le avventure di Victor, il Principe Vittorioso:
“ All’inseguimento della Principessa rapita”.

nonnorso.






























































































































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