lunedì 11 luglio 2011

BARBABLU'


BARBABLU'
(favola modificata dall'originale di Perrault)

C'era una volta un uomo molto ricco, che aveva castelli, tesori e carrozze d'oro, ma per sua disgrazia aveva la barba blu: ciò che lo faceva così brutto e spaventoso, che ogni donna o ragazza, soltanto a vederlo, non fuggiva per la paura.
Fra le sue vicine, c'era una gran dama, che aveva due figlie bellissime. Barbablù ne chiese una in moglie, lasciando alla madre la scelta di quale avesse voluto dargli, ma le ragazze non volevano saperne di sposare quel mostro. Barbablù inoltre aveva già sposato diverse donne, che presto erano...sparite e dii loro non s'era saputo più nulla !
Allora Barbablu, per cercare di sposare una delle ragazze le invitò, insieme alla madre, alcune loro amiche ed altri giovinotti, in un suo castello, per fare belle passeggiate, partite di caccia e pesca, balli, festini e merende, dove tutti si divertirono molto.
Così infine la figlia minore decise che Barbablù non aveva la barba...troppo blu, che era persona perbene e gentile.
Tornati da quella vacanza, si fecero allora le nozze.

Ma dopo un mese, Barbablù disse alla giovane moglie che doveva partire per un affare importante e restar lontano alcune settimane.
La pregò di stare allegra durante la sua assenza: che invitasse le sue amiche del cuore, che le portasse in campagna, se voleva...che facesse tutto quello che le piaceva! Le diede le chiavi di tutta la casa, tra le quali c'era però una piccola chiave, di stanzina in fondo al corridoio del pian terreno. Ecco, le disse, sei Padrona di aprir tutto, di andare dappertutto: ma non in quella stanzetta: ti proibisco assolutamente d'entrarci! Se tu lo facessi mi arrabbierei moltissimo !
Detto questo Barbablù l'abbraccio e partì per il suo viaggio.

Le vicine e le amiche non aspettarono di essere invitate per andare a far fisita alla sposina rimasta sola, avevano voglia di curiosare tutte le ricchezze del suo castello, che si misero a girare in lungo e in largo per vedere la bellezza e la gran quantità dei parati, dei tappeti, dei mobili e dei grandi specchi. Non finivano mai di magnificare ed invidiare la felicità della loro amica, che invece non si divertiva molto per tutte quelle ricchezze, tormentata invece dalla gran curiosità di andare a vedere cosa nascondesse la stanzina del pian terreno...
Finchè non riuscì più resistere e arrivò alla porta della stanzina, si fermò un momento, ripensando alla proibizione del marito, per la paura delle sue minacce, ma infine la tentazione fu più forte di lei: prese la chiave, e tremando come una foglia aprì la porta proibita.
Dapprincipio non poté vedere nulla perché era tutto buio la dentro ma poi i suoi occhi si abituarono al buio e vide un lungo e stretto corridoio, in fondo al quale c'era un'altra scala, ripida e stretta, che scendeva nei sotterranei del castello. Quando giunse in fondo anche a quella scala buia, cominciò a sentire dei lamenti, dei pianti disperati... Andò ancora avanti, per un altro buio e stretto corridoio ai cui lati si aprivano tante porte di ferro, come quelle di una prigione, e dietro ogni porta si udivano pianti, lamenti, grida!
La ragazza si avvicinò ad una di quelle porte e ne aprì lo spioncino che permetteva di guardarvi dentro: vide una povera donna, tutta vestita di stracci, la pelle sciupata dall'oscurità, il viso come una maschera di dolore, che subito si avvicinò alla porta chiusa gridando: "Chi sei ? Sei venuta a liberarmi, ti prego, apri questa porta !" La ragazza rispose: "sono la moglie di Barbablù, non posso aprirti perchè non ho le chiavi, ma tu chi sei ?" E l'altra, dentro la sua prigione, si mise ad urlare "Ah meschina che sei, anche tu finirai qui dentro, prigioniera in una cella, come tutte noi altre! Anche noi siamo tutte mogli di Barbablù: lui ci ha spsosate, una dopo la'altra e poi ci ha rinchiuse qua dentro. Siamo sette, tu sei l'ottava e quando ritornerà ed avrà scoperto che gli hai disobbedito aprendo anche tu la porticina proibita, sbatterà anche te qui dentro, in una cella, prigioniera per sempre"!

La dentro dunque c'erano tutte le donne che Barbablu aveva sposate, e poi imprigionate nelle segrete del castello. La ragazza terrorizzata, quasi morì dalla paura. Poi quando si fu un pò ripresa, scappò risalendo fino alla sua camera. Ma era tanto agitata che non riusciva più a calmarsi. Si accorse che la chiave proibita si era macchiata di rosso: cercò disperatamente di ripulirla, insisetndo più volte, ma il rosso non voleva andar via. Cercò di lavarla e strofinarla con sabbia e gesso, ma il colore era sempre lì, perché la chiave era fatata e non c'era verso di pulirla: quando il rosso spariva da una parte, usciva subito fuori da quell'altra.

Barbablu tornò dal suo viaggio quella sera stessa, raccontando che per la strada aveva saputo che l'affare per cui era partito era già stato risolto al meglio per lui. La moglie fece di tutto per fargli credere che era molto contenta del suo ritorno, ma il giorno dopo il marito le chiese le chiavi. Lei gliele consegnò, ma la sua mano tremava tanto, che Barbablù poté indovinare senza fatica cosa era accaduto.
"Come mai", lui disse"che fra tutte le chiavi manca quella della stanzina?" "Si vede", lei rispose, "che l'avrò lasciata di sopra, sul mio tavolino." "Bada bene", disse Barbablu, "che la voglio subito."
Visto inutile ogni pretesto per rimandare, la moglie dovette rendergli la chiave. Barbablu, dopo averla guardata, domandò alla moglie: "Come mai su questa chiave c'è del rosso?". "Non lo so davvero", rispose la povera ragazza, più bianca della morte. "Ah! Non lo sai, eh!", disse Barbablu, "ma lo so ben io! Sei voluta entrare nella stanzina!
Ebbene, cara mia, ora anche tu ci entrerai per sempre, restandoci insieme alle altre donne prigioniere, che hai visto là dentro."
Lei si gettò ai piedi del marito piangendo e chiedendo perdono, dicendosi pentita di aver disubbidito. Bella e addolorata com'era faceva veramente pena, ma Barbablu aveva il cuore più duro dei un macigno. "Devi scendere a marcire nelle segrete del castello, signora", le disse."La ragazza allora rispose con gli occhi pieni di pianto "Poiché mi tocca a sparire per sempre, dammi almeno il tempo di prendere le mie cose". "Ti concedo dieci minuti: non di più", le rispose il marito.
Appena rimasta sola, chiamò sua sorella e le disse: "Anna", sorella mia, ti prego, sali su in cima alla torre per vedere se per caso arrivano i miei fratelli; mi hanno promesso che oggi sarebbero venuti a trovarmi; se li vedi, fà loro segno ché si affrettino a più non posso". La sorella Anna salì in cima alla torre e la povera sconsolata le gridava di tanto in tanto: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi arrivare nessuno?".
"Non vedo altro che il sole e la distesa dei prati intorni al castello."
Intanto Barba-blu, spazientito, gridava con quanta voce aveva ne' polmoni: "Scendi subito, se no, salgo io !". "Un altro minuto, per carità" rispondeva la moglie. E di nuovo si metteva a gridare con voce soffocata: "Anna, Anna, sorella mia, non arriva dunque nessuno?".
"Non vedo altro che il sole ed i prati." Era ancora la rsiposta.
"Spicciati a scendere", urlava Barbablu, "Se no salgo io." "Eccomi" rispondeva la ragazza; e poi di nuovo gridava: "Anna, Anna, sorella mia, non li vedi arrivare?". "Vedo" rispose la sorella Anna, "un gran polverone che viene verso questa parte..." "Sono forse i miei fratelli? " "Ahimè no, sorella: è un branco di caproni.
"Insomma vuoi scendere, sì o no?", urlava Barbablu. "Ancora un momentino" rispondeva la moglie: e tornava a gridare: "Anna, Anna, sorella mia, non vedi dunque nessuno?". "Vedo" ella rispose "due cavalieri in arrivo: ma sono ancora molto lontani." "Sia ringraziato Iddio", aggiunse un minuto dopo, "sono proprio i nostri fratelli: ora gli faccio tutti i segni che posso, perché si spiccino e arrivino presto."

Intanto Barbablu si messe a gridare così forte, che fece tremare tutta la casa. La povera donna allora scese e tutta scapigliata e piangente andò a gettarsi ai suoi piedi. "Sono inutili i piagnistei", le disse Barbablu,
"Ti devo rinchiudere". Quindi pigliandola per i capelli cominciò a trascinarla verso le segrete. La poverina, voltandosi verso di lui e guardandolo disperata, gli chiese ancoraun ultimo istante...
"No, no!", gridò Barbablù, "Ora basta, andiamo!".

Ma a quel punto bussarono così forte alla porta del castello, che Barbablu si fermò e appena aperto, entrarono due cavalieri, che sfoderata la spada si gettarono su di lui. Barbablù riconobbe subito i fratelli di sua moglie, due valorosi guerrieri ! Allora per mettersi in salvo cercò di fuggire. Ma i due fratelli lo inseguirono e lo raggiunsero prima che potesse arrivare in un qualche rifugio.
E così, con la spada lo passarono da parte a parte e lo lasciarono a terra, finalmente morto, come si meritava !
La fanciulla poverina, era quasi morta anche lei, e non aveva più neanche la forza di alzarsi per abbracciare i suoi fratelli.
Poi raccontò loro cosa aveva scoperto e li accompagnò a liberare le altre mogli del mostro, povere prigioniere nelle segrete del castello, che tornarono così finalmente a vivere libere.
Si misero poi tutte d'accordo per dividersi tra di loro le tante ricchezze che erano appartenute a Barbablù.
Divennero anche tutte buone amiche e dopo qualche tempo fecero una gran festa, invitandovi molti baldi giovani che le volessero incontrare.
Furono fortunate perchè trovarono così degli ottimi amici, con cui poi si fidanzarono ed infine fecero un grande festa di nozze al castello, alla quale parteciparono più di mille invitati, per festeggiare le otto spose, che già erano state tutte sfortunate mogli del mostro Barbablù, tutte sopravissute e liberate dalla prigione del castello.

Anch'io andai a quella grande festa, trovandomi da quelle parti. Volli anche vedere la porticina proibita e le segrete del castello: che erano poi state trasformate in deliziose cantine, dove venivano custoditi vini e salami pregiati !
Chiesi allora di esservi rinchiuso per qualche tempo e vi assicuro che apprezzai molto quella prigionia...in compagnia di tante bottiglie di buon vino e di salami molto saporiti !

nonnorso








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